Flash Art, ottobre-novembre, 1996

L’ANIMAL SYMBOLICUM NELL’ERA COSMOSPAZIALE. ARTE COME "VISIO" DELLA REALTA'. IL FRAMMENTO-DEL-NON-FINITO COME REALTA' TOTALIZZANTE. SIMBOLOGIA-IN-DIVENIRE NELLA VIRTUALITA' ICONOLOGICA DELLO SPAZIO.

Sappiamo che l’Arte è una rappresentazione simbolica della realtà. Dall’uomo primitivo all’uomo cosmospaziale, si è sviluppata infatti come continuità divenirale del simbolo. Afferma Cassirer che “è innegabile che il pensiero simbolico e il comportamento simbolico sono gli aspetti più caratteristici della vita umana e che tutto il progresso della cultura si sia basato su di essi”. L’animal symbolicum dunque come “creator e demiurgo della cultura “. L’artista- il poeta, il musicista- è immerso fino al midollo nella “dimensione dell’inconscio” per cercare i simboli -risposta di fronte all’ineluttabile: il mistero di Dio e dell’universo, dell’amore e del sesso, della vita e della morte. “Fantasmi escatologici” che ci attanagliano. L’artista cerca quella “traccia -ricordo” che giustifichi la sua esistenza. Il “labirinto dell’inconscio”- con la sua forza energiale - sanguina in lui come un’arteria amputata. “Fantasma visibile-invisibile” in Freud e “linguaggio strutturato” in Lacan. Extrema se tangunt: il significante come significato e il significato come significante. Jung ha indagato “l’inconscio personale” fino ad arrivare all’”inconscio collettivo” dove vivono i suoi archetipi: i “simboli-madre”.


UNA “VISIO” DELLA REALTA'

Nel suo Work-in-Progress l’artista è un essere che sogna l’immortalità attraverso la sua “memoria inconscia”. Fare Arte - Poesia, Musica - è “sognare ad occhi aperti”.Visione e sogno si enucleano in una stessa identità. Esiste una “conoscenza razionale”: la verità logico-fenomenica della scienza. Ma esiste anche una “conoscenza irrazionale”: la verità estetico-emotiva dell’arte. Senza l’intervento simbolizzante dell’ emotività dell’artista (in qualsiasi linguaggio artistico del passato, del presente, del futuro), l’”oggetto estetico” rimane soltanto un “oggetto-oggetto”. Proiettandosi al di là del segno, il simbolo lo carica di un significato divenirante.


IL FRAMMENTO DEL NON-FINITO COME REALTÀ’ TOTALIZZANTE

Tutto è già scritto dalla “Memoria cosmica” nella realtà visibile e nella realtà invisibile. Noi ne siamo un battito. Nella genesi delle particelle c’è in nuce tutto l’universo. Nel DNA c’è già il codice della vita dell’essere umano. Nel seme c’è già l’albero. L’artista lo sente nella “magia della creatività” come una veggenza-simbolo che attraversa il suo corpo. E’ l’energia che si fa rituale nell’ espressività della sua opera. Io sono il mio destino, profetizzava Nietzsche. Ogni artista ha il suo destino come l’albero, le stelle, il mare.


SIMBOLOGIA-IN-DIVENIRE NELLA VIRTUALITA’ ICONOLOGICA DELLO SPAZIO

Quindi: cosa deve esprimere, rappresentare l’artista nel suo linguaggio-immagine? Dall’arte primitiva a quella delle Avanguardie storiche (per rimanere nel nostro secolo), alle altre dell’ultimo dopoguerra, alle attuali la storia dell’arte non ha fatto che rispondere allo stesso enigma: una “risposta -simbolica-in-divenire” al Mistero. Le metamorfosi delle metamorfosi. Il “fiume di Eraclito”. La “matematica cosmale “ di Pitagora. Il divenirismo dell’universo. Ogni movimento, tendenza, artista hanno visibilizzato la propria possibilità di esprimersi fra altre possibilità. Non ci sono alternative. “Morte dell’arte?” Un assurdo. Come dire “morte dell’essere umano”. L’”epifania tautologica” di Hegel potrebbe essere presa come la “scientificità” del noumeno kantiano. “Profezia” morta prima di nascere. Il “sistema” filosofico di Hegel è una “metafisica-al-rovescio”. L’Arte è vita e trascendenza. Non può essere “definita” ma soltanto interpretata. La sua è una “intuizione di libertà”. Come l’amore, i sentimenti, non può essere “rinchiusa in una gabbia”. Abbiamo a che fare infatti con sentimenti non con “statistiche”. E’ la problematica figurale, simbolica (“aperta”, direbbe Eco) dei pittori Federico Honegger (il Progetto Kénosis), Lucio Perna (i Miraggi), Fabio Massimo Ulivieri (la Resurrezione del Duomo). Una problematica strutturale-semantica, multimediale. Tutto è la continuità della continuità. L’universo nasce dalla morte dell’universo. E’ l’ineluttabile ritualit del Mistero.

Milano, 20 novembre 1996


GRUPPO ARTISTICO SYMBOLICUM

Pedro Fiori

Federico Honegger

Lucio Perna

Fabio Massimo Ulivieri